Appena terminata la stampa di una fotografia, capita spesso di notare una certa differenza tra la luminosità ed i colori dello stampato e quelle della preview mostrata sul monitor.
La comprensione delle ragioni di questa differenza è importante per ottenere risultati più vividi e di maggiore impatto comunicativo, e permette di intervenire direttamente nella gestione del colore evitando l’utilizzo di software di fotoritocco.
Uno dei concetti più importanti da conoscere a riguardo è che una fotografia digitale non è costituita da colori ma da un insieme di punti adiacenti, i pixel, rappresentati a loro volta da numeri. I modelli di colore sono proprio quei modelli matematici astratti che permettono di codificare i colori che compongono l’immagine. I numeri diventano colori quando l’immagine viene letta da un’applicazione, visualizzata sul monitor o stampata.
In particolare, tra i modelli di colore più conosciuti ci sono l’RGB ed il CMYK, differenziati in base ai numeri di definizione dei pixel:
- Nel modello RGB, acronimo di Red-Green-Blue, ogni pixel è definito da una terna di valori compresi tra 0 e 255. Per esempio, 255R 0G 0B.
- Coerentemente con quanto appena scritto a proposito del modello RGB, nel modello CMYK, acronimo di Cyan-Magenta-Yellow-Black, ogni pixel è invece descritto da quattro numeri interi compresi in un intervallo da 0 a 100, come 0C 0M 100Y 0K.
Da cosa dipendono i colori delle immagini digitali stampate?
Una volta compresa la modalità di funzionamento dei modelli e la relazione non lineare tra numeri e colore, nei prossimi articoli esploreremo meglio altre dimensioni del color management, per capire come mantenere la coerenza tra i colori delle immagini nelle diverse fasi del flusso di lavoro e nel passaggio da una periferica all’altra.
Sia il RGB che il CMYK sono modelli matematici, però il colore effettivamente riprodotto non dipende esclusivamente dai loro valori ma anche e soprattutto dal dispositivo di riproduzione. Per comprenderlo meglio, basta guardare la stessa immagine su due monitor differenti. Le particolarità di ogni macchina influenzano il modo di interpretare i numeri, impattando sul colore effettivamente riprodotto: così, non è sempre vero che 255R 0G 0B equivale al rosso.
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